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La Libreria Trame: dove i libri incontrano i lettori
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Libreria - Galleria
IL SECONDO RINASCIMENTO
Via Porta Nova 1/A (ang. via C. Battisti) - Bologna
ROMANZI - SAGGI - TESTI UNIVERSITARI
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Tra amici
Autore: Amoz Oz
Genere: esistenziale,
attualità.
Amoz Oz è uno dei più
celebrati Autori israeliani degli ultimi 50anni.
Un narratore della vita
con la capacità espositiva epistolare di parlare al cuore,
sussurrando quelle parole che la mente spesso fatica a trovare. Nel
disordine. Nel caos. Oz è un compositore di note senza tempo, la cui
riproduzione è una parte, da sempre, di quel tutt'uno che nella
poesia racconta il Sè.
Il suo stile narrativo è
straordinariamente semplice: come il battito d'ali di una farfalla.
Si autofocalizza con
naturalezza sul presente, applicando una creatività statica alla
scena, centralizzata sul tempo e sulle emozioni in essa vissute.
Lui parla al lettore di
giorni di un presente che è già passato.
Il suo racconto del
kibbutz, è come un percorso narrativo che unisce i puntini di uno
schema, materializzando lo stile di vita ebreo, passo dopo passo e
con una cordialità espositiva mai invadente, ma sempre figlia di un
patto basato sulla reciproca accettazione con il lettore.
L'ebraismo applicato alla
vita è, in quest'ottica, per noi occidentali un pò barbari di
scienza e cultura, specialmente quando pretendiamo di esportarla
senza essere invitati a farlo, una logica accettazione della
convivenza con le regole. Dalla cui irrinunciabilità discende un
concetto sublime di dignità che guarda alla persona. E di
osservanza.
La persona si
centralizza, per via di una parsimoniosa conflittualità dei rapporti
umani.
Una conflittualità non
violenta. Figlia di un disegno unico di tutti quei ruoli, che
possiamo definire quali “mestieri”, recitati tanto quanto
vissuti.
Perchè l'Autore ci
spiega come il “mestiere” di tutti è migliorare se stessi
attraverso la dedizione all'opera di messa in sicurezza del prossimo,
del nostro vicino. Questa è la metrica ed il peso della nostra
umanità.
Dalle sue parole, dal
racconto di questi uomini, che sono il tutto e nel contempo nessuno,
perchè anonimi tanto quanto presenti nella vita del kibbutz,
scaturisce l'immagine di una cultura la cui intensità è determinata
dall'armonia.
Una tempestosa quiete,
che accetta la creazione come simbolo eterno dell'alternanza fra il
vecchio ed il nuovo.
Uno straordinario patto
generazionale che riporta l'uomo alla sua vera grandezza. Nello
spirito.
Più volte, l'Autore
punge il lettore con la punta di una lancia, dal cui costato
scaturisce una verità fin troppo effimera, quando permette alla
storia, intesa come l'attualità delle decisioni altrui, di penetrare
la carne del kibbutz.
Da ciò scaturisce,
sempre, una tentazione a deviare da quella invisibile, innominata, ma
straordinaria presenza della via maestra. Avanti ai nostri occhi, ma
difficile da percorrere.
La tentazione è molto
camaleontica nell'arte di Oz ed ogni lettore la percepirà in modo
difforme.
E l'Autore ci fa capire
come il tormento ci allontana dalla pace interiore, e dalla
rettitudine della quiete di un ordine, basato sulla gerarchia di un
pensiero immanente, come tale vivente oltre le regole vergate sullo
scritto, quanto lo sono gli elementi, di per sé eterni.
Una parola ha un peso
grande. Enorme. Può essere un atto di stupidità, o l'inizio di
qualcosa di grandioso. Lo stesso dicasi per i comportamenti. Dobbiamo
aver fede in noi, ogni volta che ci muoviamo, o agiamo, consapevoli
di questa semplice ma complessa verità. Un retaggio. Un credo. Uno
stile di vita per il kibbutz.
Più che una narrazione
Oz, ci si presenta come un saggista, la cui storia vuole lasciare
qualcosa a noi che l'ascoltiamo: una riflessione innominata perchè
ci appartiene. E' nostra. Con tutti i suoi pro e contro.
Il suo equilibrismo
dialettico, malgrado la vena discorsiva, riesce a mantenere la
tensione degli eventi sulla semplice descrizione, senza cedere alla
paura o alla superbia di esprimere un giudizio che sarebbe
inappropriato ed irriverente.
Violerebbe il patto con
il lettore.
A ben guardare, le sue
regole artistiche sono le migliori sulle quali basare un amicizia
dopo la prima conoscenza; non a caso, il testo s'intitola “Tra
amici” ed è un invito a cogliere la poesia di un gran disegno.
Uno straordinario atto d'amore, e di quiete, che ci riporta a ciò
che di essenziale custodiamo per tutta la vita nel cuore.
Consigliatissimo,
leggerlo è una fortuna per qualunque lettore.
Marco Solferini
marcosolferini.pubblicazioni@gmail.com
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Impeccabile come sempre..
RispondiEliminaOttima recensione.
Mai letto una recensione del genere.. dire che è fatta bene è riduttivo. Penso che Lei abbia esattamente individuato le caratteristiche del romanzo volute dall'Autore.
RispondiEliminaDavvero complimenti.