sabato 11 febbraio 2012

La casa della seta

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ROMANZI - SAGGI - TESTI UNIVERSITARI

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La casa della seta

Autore: Anthony Horovitz.
Genere: azione, drammatico, avventura, mistero.




Sherlock Holmes è tornato. O meglio, ritornano le cronache delle sue avventure, narrate dal fido aiutante e assistente, il Dott. John Watson.

E' inverno, in quel del 1890, nel pieno dell'inconfondibile stile di vita vittoriano; Londra, affronta una serata immersa nelle ombre, carica di nebbia e freddo. In quel del 221b di Baker Street, vicino al camino acceso, siede il protagonista in compagnia del Dott. Watson.

La loro calma apparente, è ben presto turbata da una visita: un gallerista di Wimbledon, Mr. Carstairs, in preda all'agitazione sottopone al Detective il proprio caso.

L'uomo si dice perseguitato dall'unico sopravvissuto di una violenta gang americana, che lo avrebbe inseguito fino in Inghilterra assetato di vendetta.

La vicenda, catapulta Holmes ed il suo fedele assistente in una realtà dove nulla è ciò che sembra e per il Detective “il gioco comincia”; ancora una volta la sua ineffabile logica dovrà misurarsi con le trame occulte di nemici apparentemente invisibili.

Con il tipico ed inconfondibile “aplomb” britannico, che distingue e caratterizza la saccente ed arrogante nonchalance di Sherlock Holmes, le indagini prendono il via e lo scenario muta ad ogni capovolgimento di fronte, rivelando ben presto un mistero, occulto quanto pericoloso, in grado di minare il caposaldo stesso della realtà civile e politica inglese.

Pagina dopo pagina, una trama inquietante prende forma, traendo le sue origini da un omicidio brutale, efferato, e apparentemente frutto di una crudeltà disumana. Un assassinio che sembra rimandare ad una sfida per il detective, chiamato a risolvere l'enigma di un nastro bianco e a scoprire che cosa sia realmente la “Casa della seta” e quali terribili misteri si nascondono in essa.

Inteso, avvincente, emozionante e coinvolgente: Horovitz fa rivivere il detective più famoso di tutti i tempi.

Pare irresponsabile, per non dire del tutto inutile, partire da un confronto con l'opera di Sir Arthur Conan Doyle, l'indiscusso maestro nonchè papà del metodo Holmes, il creatore, che è da molti giustamente definito inarrivabile.

Horovitz stesso, ne celebra il talento nella parte iniziale del romanzo, dichiaratamente ispirato alla sua grandiosità.

Ebbene, oggi siamo in presenza di un risultato che si distingue per la straordinaria fattura: ben riuscito, organizzato, appassionante, sicuramente criptico come lo sono le opere originarie del detective.

Ritroviamo quella dialettica argomentata, il gusto passionale per la retorica e l'applicazione logica di tutti i crismi della deduzione, osservazione, riflessione; la metodica dell'apprendimento cognitivo, figlio di un intensa elaborazione dei dettagli che Sherlock Holmes applica con la rapidità di uno sguardo.

Tornano quindi, i particolari che denotano le caratteristiche, (ri)compongono le personalità, confutando anche le tesi più pragmatiche.

Holmes è di nuovo al centro in un ambientazione gustosa e carica di pathos, dove spopola lo stile vittoriano di Londra, di un Inghilterra incantata nelle proprie contrapposizioni fra l'alta società e la povertà.

L'intensità di un racconto senza fine, che parte dal vento e arriva nel nulla, come l'immagine senza tempo di una cartolina.

Giorni di un presente che vive il ricordo del proprio passato.

La figura di Watson è perfetta. E' lui il narratore gentile e attento, che nelle sue riflessioni celebra la grandiosità di Holmes, di cui si dichiara sempre non solo un fedele aiutante, ma il più fortunato fra gli uomini, per aver avuto l'immenso onore di esserne interprete e interlocutore. La sua sconfinata ammirazione per il “grand'uomo” è un ritornello tipico della metodologia storico - espositiva delle avventure che caratterizzarono lo stile di Doyle.

Un eccentrica visione in prima persona che trascina il lettore nelle descrizioni degli ambienti, condite da quel tasso storico oggettivo e nel contempo caratterizzate dalle convinzioni soggettive del buon Dott. Watson.

Il risultato è un indagine appassionante, carica di colpi di scena, strepitosamente ben ambientata fra i quartieri vittoriani di Londra, a cavallo tra la povertà e la ricchezza, amabilmente spesa nel gergo e nelle consuetudini.

Uomini risoluti e senza scrupoli, personaggi ambigui che tramano nell'ombra, dovranno fronteggiare l'ineffabile intuito di Sherlock Holmes, l'indiscusso padrone del metodo logico deduttivo e le sue abilità nel travestimento come nella conoscenza della chimica.

Un indagine costruita con un ritmo snello, sobrio e frizzante. Mai banale, sempre dotta e coinvolgente. Irrinunciabili una serie di personaggi che popolano il mondo di Holmes, come l'ispettore Lestrade, il fratello Mycroft e l'immancabile soluzione al 7%. Camei per certi versi, che gli appassionati divoreranno con piacere, ma anche rivisitazioni e caratterizzazioni personalizzate ad uso e consumo dei nuovi lettori. E naturalmente il Prof. James Moriarty.

Perchè, ed in questo l'Autore è stato grandioso: Sherlock Holmes è un mito che non conosce tempo.

Un unica critica merita l'eccesso di ripetizioni che si presentano nel capitolo relativo al processo, e al seguente, la cui insistita volontà di ripercorrere gli eventi, sfocia in una meticolosità che segna prepotentemente il trapasso rispetto al dinamismo espositivo del precedente svolgimento.

Del resto il narratore, Watson, nel momento in cui esce di scena il suo protagonista, si abbandona ad una serie di digressioni e riflessioni che mettono in risalto la sua personalità razionale e meno avvezza alla gestione pragmatica degli eventi.

Il buon dottore è una vittima degli accadimenti, non ha la capacità di autogestirli, come invece è nella disponibilità di Holmes.

Tuttavia, il romanzo è avventuroso, ma non laborioso, intenso, ma senza appesantimenti, coinvolgente, appassionante, classico, ma innovativo, l'opera di Horovitz dona nuova vita al detective più famoso ed ineffabile della storia.

Un finale ottimamente organizzato, darà forma ad una trama originale, che lascerà esterrefatto il lettore.

Il cultore di Holmes, di vecchia data, rimarrà ammaliato e soddisfatto, colmo di piacere, divorerà le pagine e si rammaricherà della loro prematura fine. Colui che invece scoprirà per la prima volta il protagonista, ne rimarrà colpito e non potrà fare a meno di gettarsi fra le braccia degli altri racconti.





“La casa della seta” è un romanzo completo: affascinante, stilisticamente ottimo e ben organizzato. Un indagine ricca di colpi di scena, che ripropone l'inconfondibile stile di Sherlock Holmes in tutta la sua intensa ed appassionante eccentricità. Straordinarie le ambientazioni vittoriane di Londra. Un finale appassionante e coinvolgente, carico di suggestiva spettacolarità, lascerà il lettore a bocca aperta, quando l'enigma sarà rivelato!

Bravissimo Anthony Horovitz.

Romanzo assolutamente da leggere!

                                                         Marco Solferini




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